“Sa signora, oggi Davide ha fatto un gestaccio ad un’altra ragazza… lui si giustifica dicendo che lei continuava a dargli fastidio e a prenderlo in giro…”
(EVVAI!!! Ah no, non si fa, dovrei sgridarlo…)
“Ma caspita Davide, non si fanno quei gesti, sai che se hai bisogno puoi chiedere aiuto ai grandi…”
Ma questa mamma in realtà esulta davvero, nonostante ci abbia sempre creduto e abbia sempre mostrato a suo figlio la via gentile, ora, di fronte a questo primo, piccolo, gesto di ribellione, per questo dito medio alzato, seppur con indecisione ed imbarazzo, come mamma, dentro, è contenta.
Davide è un ragazzone con una evidente fragilità cognitiva, è buono e gentile, sempre educato con tutti ma le sue caratteristiche lo portano ad esprimersi con difficoltà, ad essere impacciato nei movimenti, a non essere un campione sul campo da calcio, a non saper leggere e scrivere con eccellente fluidità… a scuola ha insegnante di sostegno ed educatore, frequenta sani luoghi sportivi e gruppi educativi pomeridiani ma, purtroppo, non sa ancora cosa significa iniziare ad uscire da solo con gli amici.
Sì, è gentile e simpatico ma… tutti quei ragazzetti che pensano di avere qualcosa in più, non lo invitano ad uscire e magari, prenderlo in giro, è la via più semplice…
Davide allora ha imparato a stare bene con i grandi, forse tra gli adulti si sente più sicuro e protetto, ai compagni si avvicina con insicurezza e delicatezza e se qualcuno lo prende di mira e lo infastidisce, corre a rifugiarsi nel porto sicuro della figura adulta.
Il gruppo educativo che sta frequentando ormai da un po’ sembra però una buona palestra per iniziare a sperimentarsi nelle relazioni spontanee, con adulti presenti ma che lasciano che i ragazzi si esprimano liberamente, con le loro caratteristiche e le loro fragilità, di cui non è più necessario vergognarsi ma che possono stare lì, come parte di loro ma senza diventare la loro unica rappresentazione.
Un luogo dove non si fanno sconti a nessuno, dove nessuno ti chiede di essere il primo della classe, il più bravo musicista o la più brava ballerina… oppure al contrario che tu, da qualcosa, venga “dispensato” perché catalogato nella tua etichetta di BES o DVA.
Un luogo dove l’unico dovere è quello di portare la più vera parte di se stessi, rispettando ovviamente quella degli altri, dove provare a sperimentarsi e a crescere insieme.
Un luogo dove finalmente posso anche fare il dito medio a chi, senza essere riuscito ancora a cogliere fino in fondo l’unicità del luogo e del gruppo, si è, per un momento, arrogato il diritto di pensare di essere migliore e più forte.
Un dito medio alzato contro chi prova ad ostacolare la mia libertà di esserci, libero ed imperfetto, come ognuno di noi.