-
Sistema di responsabilità organizzativa 231/01
Il Decreto Legislativo 231/01ha introdotto la responsabilità in sede penale per imprese, cooperative e associazioni. Ciò significa che se una persona interna alla struttura (responsabile o dipendente) commette un reato nell’interesse o a vantaggio dell’organizzazione, quest’ultima – in quanto tale – può andare incontro a significative sanzioni.
Il Decreto Legislativo 231/01 prevede però anche che l’organizzazione possa cautelarsi da tale rischio, introducendo un sistema interno di gestione atto a escludere la responsabilità dell’organizzazione stessa in caso di reato commesso da un proprio amministratore, dirigente o dipendente.
Comin ha adottato a partire da novembre 2016 un proprio Sistema di Responsabilità Organizzativa, coerente con le richieste contenute nel D. Lgs. 231/01, al fine di:
- promuovere la legalità d’impresa nel mercato e nel mondo cooperativo;
- prevenire la commissione dei reati contemplati dal D. Lgs. 231/01 e conseguentemente tutelare la cooperativa rispetto alle sanzioni previste dal Decreto stesso;
- tutelare in primis fruitori e beneficiari dei servizi, ed inoltre ogni altro interlocutore esterno che intrattenga rapporti con la cooperativa, attraverso una professionalità diffusa e monitorata, attenta alla qualità e alla sicurezza dei servizi, alla correttezza nei rapporti con i committenti pubblici e privati, al rispetto della riservatezza e della privacy, alla veridicità e alla trasparenza del sistema contabile e del bilancio societario;
- favorire comportamenti responsabili nei confronti degli interlocutori interni, al fine di assicurare il contenimento dei rischi rispetto all’illegalità e garantire ai Soci e a tutti i lavoratori continuità lavorativa;
- consentire alla cooperativa di operare in un mercato pubblico e privato che evolve e vede crescere le richieste di introduzione di sistemi di autocontrollo d’impresa a tutela degli interlocutori, attestando l'affidabilità della cooperativa nelle gare, nei bandi e nella richiesta di sovvenzioni o agevolazioni;
- rispettare le disposizioni contenute nell’articolo 30 del D. Lgs. 81/2008 relative agli adempimenti previsti nell’ambito della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro;
- ottemperare alle disposizioni stabilite dalle Linee Guida della Autorità Nazionale Anticorruzione 32/2016 (Linee guida per l’affidamento dei servizi a enti no profit e a cooperative sociali) che al punto 12.3 ribadisce le disposizioni stabilite dal D. Lgs. 231/2001, condizionando al rispetto di tali disposizioni la possibilità di partecipazione ad affidamenti, gare e bandi pubblici.
Il Sistema di Responsabilità di Comin è composto – secondo le indicazioni del Decreto Legislativo 231/01 – dai seguenti elementi:
- il Modello Organizzativo;
- il Codice di Comportamento;
- l’Organismo di Vigilanza interno alla cooperativa
-
Cosa dice il Decreto Legislativo 231/01
Responsabilità penale a carico delle organizzazioni
Il Decreto Legislativo n. 231 dell’8 giugno 2001 è una norma che tratta della responsabilità in campo penale delle organizzazioni (imprese, fondazioni, cooperative, associazioni di diverso tipo). Stabilisce in particolare che se all’interno delle attività di un’organizzazione viene commesso un reato, è considerata responsabile – e punibile – per il reato stesso non solo la persona che lo ha commesso, ma anche l’ente in quanto tale.
Perché vi sia responsabilità a carico di queste ultime devono tuttavia essere presenti le seguenti condizioni:
- l’autore del reato deve essere una persona legata all’organizzazione da un “rapporto giuridico qualificato”, cioè da rapporto di lavoro (non necessariamente dipendente) o da un incarico formalizzato;
- il reato deve essere commesso nell’interesse o a vantaggio dell’ente (e non solo dell’autore dell’illecito).
I reati presupposto
Non ogni reato previsto dall’ordinamento italiano comporta responsabilità penale a carico delle organizzazioni, ma solo quelli previsti espressamente dal D. Lgs. n. 231/2001, denominati reati presupposto. Questi i principali reati presupposto considerati dal Decreto:
- malversazione e indebita percezione di risorse pubbliche, truffa in danno di un ente pubblico;
- concussione, induzione indebita a dare o promettere altra utilità e corruzione;
- delitti informatici e trattamento illecito di dati;
- delitti di criminalità organizzata;
- reati relativi alla gestione societaria;
- delitti contro la personalità individuale;
- omicidio o lesioni personali in violazione di norme antinfortunistiche o di tutela della salute sul lavoro;
- ricettazione, riciclaggio o autoriciclaggio di denaro, beni o utilità di provenienza illecita;
- delitti in materia di violazione del diritto d’autore;
- induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria.
Va evidenziato che il D. Lgs. 231/01 non è statico, ma si tratta di una norma in continua estensione a nuove fattispecie di reato. Per un elenco puntale e dettagliato di tutti i reati previsti dal Decreto Legislativo 231/01, vedi il documento di
Valutazione di pertinenza dei reati considerati dal D. Lgs. 231/01.Le sanzioni applicabili all’ente in caso di illecito
Le sanzioni previste per l’ente giudicato responsabile di un illecito dipendente da reato si distinguono in:
sanzioni pecuniarie , cioè pagamenti in denaro a carico dell’ente come punizione per aver di fatto consentito la commissione di un reato. Possono variare da un minimo di circa 10.000 euro a un massimo di oltre 1.500.000 di euro, in ragione della gravità dell’illecito, del grado di responsabilità dell'ente, delle condizioni economiche e patrimoniali di quest’ultimo, delle condotte “riparatorie” messe in atto in seguito al reato commesso;
sanzioni interdittive , che prevedono – a seconda della gravità dell’illecito – in ordine di gravità: interdizione dall'esercizio dell'attività; sospensione o di autorizzazioni, licenze o concessioni; divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi, ed eventuale revoca di quelli già concessi; divieto di pubblicizzare beni o servizi;
pubblicazione della sentenza di condanna in caso di applicazione della sanzione interdittiva. La sentenza è pubblicata in uno o più giornali indicati dal giudice in sentenza o mediante affissione nell'albo del Comune ove l'ente ha sede principale;
confisca del prezzo o del profitto del reato, sempre disposta in caso di condanna, salvo per la parte che può essere restituita al danneggiato. La confisca può avere ad oggetto somme di denaro, beni o altre utilità di valore equivalente al profitto stesso.Cosa può fare un’organizzazione per gestire la propria responsabilità penale
Il Decreto 231/01 attribuisce quindi all’organizzazione una responsabilità in campo penale. Esso dice però anche che se l’organizzazione si dota al proprio interno di un sistema di responsabilità atto a prevenire la commissione di reati, anche in caso di illecito l’organizzazione stessa non viene considerata responsabile e non viene perseguita (si procede solo verso la persona che ha commesso il reato). In pratica, grazie all’introduzione del Sistema di Responsabilità Organizzativa, la cooperativa non viene danneggiata se qualcuno dei suoi responsabili, soci o collaboratori commette un reato nel corso della propria attività lavorativa.
Quali sono gli elementi essenziali di un tale Sistema? Il Decreto ne indica due, e cioè:
il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (detto più in breve Modello Organizzativo), che è un documento dell’ente che definisce regole, procedure e prassi interne che hanno lo scopo di assicurare che le attività organizzative si svolgano in maniera corretta e legittima, evitando per quanto possibile che nel contesto di queste attività vengano commessi illeciti e/o veri e propri reati. Il Modello Organizzativo include anche come proprio strumento il Codice di Comportamento, cioè un documento – che può anche essere costituito come pubblicazione autonoma – che indica ai diversi interlocutori dell’ente quali comportamenti devono essere messi in atto nello svolgimento delle attività organizzative e quali no;
l’Organismo di Vigilanza, struttura interna deputata al controllo ed al monitoraggio circa la corretta applicazione del Modello Organizzativo stesso. L’Organismo di Vigilanza può essere composto da uno o più soggetti, sia interni che esterni all’ente, che dovranno: 1) essere in possesso di requisiti di professionalità e competenza rispetto al loro ruolo; 2) avere nel loro modo di operare e nella loro collegialità caratteristiche di autonomia e indipendenza.
Per approfondire
Valutazione di pertinenza dei reati considerati dal D. Lgs. 231/01
Scarica Testo aggiornato del Decreto Legislativo 231/01
Scarica Sintesi dei contenuti fondamentali del Decreto 231/01
-
Il Modello Organizzativo 231/01 di Comin
Il Modello Organizzativo 231/01 adottato da Comin:
- Afferma l’impegno della cooperativa per prevenire comportamenti illeciti nello svolgimento delle attività sociali.
- Rende espliciti principi e indicazioni di comportamento che la cooperativa ha stabilito essere vincolanti per destinatari del Modello Organizzativo stesso.
- Valorizza regole, disposizioni e procedure già presenti e funzionanti all’interno dell’organizzazione e ne introduce di nuove, con l’obiettivo di prevenire condotte illecite rilevanti ai sensi del D. Lgs. 231/01.
- Integra altri sistemi e strumenti di gestione e di controllo, in particolare quelli operanti nei seguenti ambiti organizzativi: programmazione e controllo; sistemi contabili e amministrativi; sicurezza al lavoro; qualità; responsabilità sociale; protezione dei dati personali.
- Rende nota l’esistenza di misure disciplinari finalizzate a sanzionare eventuali violazione delle regole, delle disposizioni e delle procedure adottate.
- Introduce forme di monitoraggio continuo sulle attività esposte al rischio che vengano commessi reati.
Il Modello Organizzativo 231/01 ha come destinatari:
- i Soci e i Soci Lavoratori;
- i Lavoratori Dipendenti;
- i Volontari e i Tirocinanti;
- le Figure Responsabili della gestione della cooperativa e/o delle sue attività operative;
- gli Amministratori e il Revisore Unico;
- tutti i soggetti che abbiano rapporti contrattuali o accordi formalizzati con la cooperativa (Collaboratori, Organizzazioni Partner, Consulenti e Fornitori);
- i componenti dell’Organismo di Vigilanza 231/01.
Il Modello Organizzativo 231/01 è articolato in due fondamentali sezioni: Parte Generale e Parte Speciale. Vi è inoltre un allegato relativo alla valutazione di pertinenza per Comin di tutte le fattispecie di reati considerati dal Decreto Legislativo 231/01.
Parte Generale
Illustra i presupposti normativi, le condizioni di contesto e istituzionali, gli aspetti strutturali del sistema di responsabilità organizzativa ex D. Lgs. 231/01 di Comin. Tale parte include i seguenti contenuti:
- descrizione del quadro normativo di riferimento (aspetti fondamentali del D. Lgs. 231/01);
- presentazione della Cooperativa Comin in quanto sistema organizzativo (identità istituzionale, sistema di governo, struttura e responsabilità interne);
- definizione dell’Organismo di Vigilanza 231/01 in termini di requisiti, composizione, nomina e permanenza in carica, compiti e poteri, flussi informativi;
- prefigurazione delle attività di informazione e formazione che Comin adotta al fine di assicurare una corretta divulgazione dei contenuti del Modello Organizzativo.
Parte Speciale
Prende in considerazione i reati previste dal D. Lgs. 231/01 e considerati pertinenti – cioè potenzialmente rischiose – all’interno della cooperativa Comin. Dettaglia quindi i presidi e i protocolli – quelli già in essere, e quelli da aggiungere – funzionali a prevenire i rischi stessi. Più in specifico la Parte Speciale:
- individua i protocolli di controllo generali, ovvero applicabili a tutti i processi interni;
- dettaglia i protocolli di controllo specifici, ovvero applicabili a ciascuna specifica attività sensibile (cioè a rischio reato);
- descrive il sistema disciplinare, che dettaglia le sanzioni e le modalità di irrogazione di queste ultime nei confronti dei destinatari del Modello Organizzativo e del Codice di Comportamento.
Allegato - Valutazione di Pertinenza dei Reati
Modello Organizzativo di Comin ha anche un allegato che presenta per ciascuno dei reati indicati dal D. Lgs. 231/01 l’analisi del rischio, condotta con specifico riferimento al contesto organizzativo dellacooperativa. In particolare l’allegato:
- riporta per esteso tutte le fattispecie di reato indicate dal D. Lgs. 231/01 che generano responsabilità penale a carico dell’organizzazione;
- presenta in maniera sintetica le fattispecie di reato richiamate dal D. Lgs. 231/01, dettagliando in particolare le tipologie di comportamenti penalmente rilevanti;
- valuta la pertinenza dei reati di cui al punto precedente in riferimento al contesto organizzativo e di attività di Comin: indica cioè quali dei reati costituiscono un possibile ambito di rischio per la cooperativa e quali no.
-
Il Codice di Comportamento 231/01 di Comin
Il Codice di Comportamento è parte integrante del Modello Organizzativo di Comin. Solo dal punto di vista materiale esso è costituito come documento distinto, allo scopo di facilitarne la distribuzione e la conoscenza presso i suoi destinatari.
Il Codice di Comportamento contiene prescrizioni relative a come le persone che lavorano all’interno di Comin, o che collaborano alle attività di Comin, devono agire in specifiche situazioni e/o nei confronti di determinate categorie di interlocutori. Il Codice di Comportamento quindi parla ed è rivolto alle persone, a differenza della Parte Speciale del Modello Organizzativo, che invece parla dell’organizzazione ed è rivolto all’organizzazione (dettaglia cioè procedure, processi e modalità di azione a livello organizzativo).
Così come il Modello Organizzativo 231/01, anche il Codice di Comportamento ha come destinatari:
- i Soci e i Soci Lavoratori;
- i Lavoratori Dipendenti;
- i Volontari e i Tirocinanti;
- le Figure Responsabili della gestione della cooperativa e/o delle sue attività operative;
- gli Amministratori e il Revisore Unico;
- tutti i soggetti che abbiano rapporti contrattuali o accordi formalizzati con la cooperativa (Collaboratori, Organizzazioni Partner, Consulenti e Fornitori);
- i componenti dell’Organismo di Vigilanza 231/01.
Il Codice di Comportamento comprende quattro fondamentali parti:
- Norme Generali di Comportamento: presenta le indicazioni generali di comportamento all’interno o nei rapporti con Comin. Si tratta di prescrizioni vincolanti per la cooperativa e per i suoi collaboratori in ogni situazione, indipendentemente dal tipo di interlocutore o di relazioni che coinvolgono l’organizzazione.
- Norme di Comportamento verso specifici interlocutori: esplicita prescrizioni di comportamento che Comin ritiene vincolanti nei rapporti con determinate tipologie di interlocutori interni ed esterni (Pubblica Amministrazione, destinatari di servizi / interventi, lavoratori, partner e fornitori, comunità locale). Per ciascuna tipologia sono indicati gli impegni che la Comin garantisce e gli impegni richiesti all’interlocutore.
- Organismo di Vigilanza: presenta le principali caratteristiche e modalità di funzionamento dell’Organismo di Vigilanza di Comin, che ha il compito di controllare che il Codice venga effettivamente applicato in maniera corretta.
- Sistema disciplinare e sanzionatorio: dettaglia le sanzioni e le modalità di irrogazione di queste ultime nei confronti dei destinatari del Codice di Comportamento, nel momento in cui essi dovessero incorrere in violazioni delle indicazioni contenute nel Codice stesso. Il Sistema disciplinare e sanzionatorio costituisce inoltre un requisito essenziale richiesto dal D. Lgs. 231/01.
-
L’Organismo di Vigilanza 231/01 di Comin
Al fine di vigilare sull’osservanza dei principi e delle indicazioni contenute nel proprio Modello Organizzativo e Codice di Comportamento 231/01, la cooperativa Comin ha costituito al proprio interno un Organismo di Vigilanza.
L’Organismo di Vigilanza deve possedere caratteristiche di autonomia e indipendenza, professionalità, continuità di azione, onorabilità. Nel rispetto di questi criteri, Comin ha costituito al proprio interno un Organismo composto da:- dott. Graziano Maino, in quanto professionista esperto di questioni organizzative, in particolare relative ai processi di governo, gestionali e operativi delle cooperative sociali no profit (prospettiva organizzativa);
- dott. Sergio Quaglia, in quanto referente interno (dipendente) di Comin delle attività relative alla progettazione, allo sviluppo e sostenibilità dell’organizzazione (prospettiva interna, raccordo tra l’OdV e l’organizzazione).
L’Organismo di Vigilanza di Comin è nominato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione del 25/11/2016. Rimane in carica di norma per tre anni ed è rieleggibile.
Tutti i destinatari del Codice di Comportamento (compresi collaboratori esterni, consulenti, fornitori e organizzazioni partner) sono tenuti a segnalare all’Organismo di Vigilanza ogni circostanza relativa:- a comportamenti non in linea con le regole di condotta stabilite dal presente Codice;
- alla presumibile commissione di reati nel contesto dell’attività della cooperativa.
Riguardo alle modalità con cui effettuare tali segnalazione, si veda il punto successivo di questa sezione.
-
Come segnalare problemi e comportamenti scorretti (e tutela di chi segnala)
Tutti i destinatari del Codice di Comportamento 231/01 (compresi collaboratori esterni, consulenti, fornitori e organizzazioni partner) sono tenuti a segnalare all’Organismo di Vigilanza ogni circostanza relativa:
- a comportamenti non in linea con le regole di condotta stabilite dal presente Codice;
- alla presumibile commissione di reati nel contesto dell’attività della cooperativa.
In particolare:
- i dipendenti e collaboratori di Comin devono segnalare le violazioni o deroghe delle procedure aziendali, delle indicazioni del Codice, nonché ordini ricevuti da superiori ritenuti in contrasto con la normativa vigente;
- le figure che hanno una funzione di coordinamento del personale hanno l’obbligo di segnalare all’Organismo di Vigilanza le violazioni del Codice e/o delle norme di legge commesse dai dipendenti e collaboratori che a loro rispondono.
Gli obblighi di segnalazione riguardanti i soggetti non dipendenti dell’organizzazione – collaboratori, consulenti, fornitori, organizzazioni partner – sono specificati in apposite clausole inserite nei contratti o negli accordi scritti stipulati con la cooperativa.
La segnalazione tutelata (whistleblowing) è in un istituto volto a tutelare i segnalanti da ogni possibile ritorsione nei loro confronti.
Le segnalazioni possono essere rivolte direttamente al presidente dell’Organismo di Vigilanza:- chiedendo un colloquio diretto;
- attraverso contatto al numero di telefono 348 0117845;
- attraverso l’
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; - all’indirizzo postale via Lodigiana 15/b, 20861 Brugherio (MB).
Le segnalazioni devono in ogni caso essere circostanziate.
Il segnalante deve effettuare la sua comunicazione al presidente dell’Organismo di Vigilanza attraverso canali propri e non aziendali: a sua maggior tutela da ogni possibilità di ritorsione, deve cioè utilizzare nella comunicazione la propria mail personale o un n. di telefono personale.
La cooperativa tutela in ogni caso il segnalante, vieta ritorsioni o discriminazioni nei confronti di chi effettua segnalazioni.
Il presidente dell’OdV si impegna a:- dare riscontro della segnalazione entro sette giorni dal ricevimento;
- procedere con una verifica circa le criticità segnalate;
- dare riscontro degli esiti della verifica entro 90 giorni dal ricevimento della segnalazione;
- assicurare la riservatezza del segnalante (che resta tale salvo non debba essere prodotta in giudizio), il corretto trattamento dei dati personali, conservazione della documentazione solo per il tempo necessario al trattamento della segnalazione e per un massimo di cinque anni dalla data della comunicazione dell’esito finale della procedura di segnalazione;
- prendere in considerazione anche segnalazioni anonime purché circostanziate e in grado di far emergere fatti e situazioni specifiche.
Resta sempre possibile per la persona segnalante rivolgersi direttamente ad ANAC utilizzando i canali predisposti dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione.
Il sistema disciplinare parte integrante del presente codice 231 prevede specifiche sanzioni sia nei confronti di chi non tutela, punisce o discrimina il segnalante (o persone che gli sono prossime), sia di chi effettua, con dolo o colpa grave, segnalazioni che infondate.